giovedì 30 settembre 2010

Non c’è futuro senza educazione alla pace

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa nota di Pax Christi. Ci mancavano pure i giovani balilla, nelle scuole italiane....

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Nei licei della scuola italiana, già colpita da tagli e provvedimenti inaccettabili, stanno partendo
corsi paramilitari, validi come crediti formativi, dal titolo “Allenati alla vita”. Sconcertati
dall'incredibile decisione dei ministeri della Difesa e dell’Istruzione, intendiamo affermare che
questa iniziativa risulta altamente dannosa perché estranea alla finalità della scuola e stravolge il
contenuto del progetto “Cittadinanza e Costituzione” o quello di altre iniziative come “La pace si
fa a scuola”. Tra i temi proposti, spiccano la cultura militare, armi e tiro, i mezzi dell’esercito,
sopravvivenza in ambienti ostili e, addirittura, la difesa nucleare (concetto ormai improponibile nel
panorama giuridico internazionale che, già nel 1963, Giovanni XXIII considerava assurdo,
“alienum a ratione”; l’Italia, tra l’altro, ha ratificato il Trattato di Non proliferazione per il disarmo
nucleare globale).
Siamo di fronte a una novità pericolosa, antiformativa e antipedagogica. Insegnare-imparare a
sparare non è compito della scuola della Repubblica Italiana dove risplende l’articolo 11 della
Costituzione e dove sono maturate ipotesi di difesa nonviolenta anche tramite corpi civili di pace
che non vengono adeguatamente organizzati perché il governo preferisce investire 20 milioni di
euro per la “mini naja” (progetto “Vivi la Difesa”, presentato come strumento di “cultura della
pace”). Vengono così tagliati i finanziamenti al Servizio civile nazionale col rischio di far seccare le
radici piantate negli anni ’85, ’92, ’98, 2001 e 2004 a favore della “Difesa civile non armata e
nonviolenta”.
Chi lotta contro la piaga dei bambini soldato nei paesi in guerra non può accettare la nascita a casa
propria degli "studenti guerrieri". Chi vuole contrastare il bullismo non può pensare di farlo in
modo paramilitare. Nel clima attuale, basato sul governo della paura, tali progetti possono solo
diffondere l’idea della violenza armata come strumento normale di soluzione dei conflitti (con la
convinzione che la guerra è un sistema naturale e necessario di convivenza). Consolidano l’idea del
nemico da eliminare. Alimentano i pregiudizi e ne creano di nuovi. Manipolano le emozioni.
Porteranno molti a farsi legge da sé, a praticare la legge del più forte. Una scuola che accogliesse
simili progetti non aiuterebbe certo i giovani a usare la forza della ragione anziché la ragione della
forza.
E' bene ricordare il motto nonviolento: se vuoi la pace prepara la pace.
Nel respingere tali istanze, genitori, famiglie, dirigenti scolastici, docenti e alunni sviluppino
programmi educativi collegandosi alla Tavola della pace (ad esempio “Ospita una persona:
incontra un popolo” e “La mia scuola per la pace”, patto siglato il 4 ottobre 2007 tra Ministero della
Pubblica Istruzione e il convento di Assisi); rilancino il programma degli “Interventi civili di pace
per la prevenzione e trasformazione dei conflitti” (partito nel 2008 grazie a un accordo tra 7
associazioni, il Comune di Firenze e il Ministero Affari Esteri) e riprendano l’originaria
impostazione di “Cittadinanza e Costituzione”.
In molti luoghi la scuola è e può essere ancora laboratorio di pace dove è possibile esplorare le
mappe della nonviolenza, accostare volti ed esperienze, organizzare iniziative di solidarietà o
riflessioni operative su bambini soldato, infanzia negata, dignità della donna, pena di morte, guerre
dimenticate, mine antipersona, disarmo chimico o nucleare, malattie e accesso ai farmaci,
immigrazione, diritto internazionale, acqua bene comune, commercio equo e solidale, sobrietà e
nuovi stili di vita.
Il compito di una scuola seria e serena è quello di educarci alla pace come costruzione di una vita
bella e buona, ricca di amicizie e di relazioni, animata dalla fresca energia della nonviolenza, aperta
alla speranza. Non ci può essere futuro senza educazione alla pace.
Firenze, 26 settembre 2010
Pax Christi Italia055/2020375 info@oaxchristi.it http://www.peacelink.it/paxchristi/a/32435.html
don Nandino Capovilla: 347/3176588 nandyno@libero.it