sabato 27 febbraio 2010

Nel paese di Mario e il Mago

Gentile Augias, sono un cittadino dell' Italistan.
Vivo a Milano 2, in un palazzo costruito dal presidente del Consiglio.
Lavoro a Milano in un' azienda di cui è azionista il presidente del Consiglio.
L'assicurazione dell' auto è del presidente del Consiglio, come l' assicurazione della mia previdenza integrativa.
Compro il giornale, di cui è proprietario il presidente del Consiglio, o suo fratello, che è lo stesso.
Vado in una banca del presidente del Consiglio.
Esco dal lavoro faccio spese in un ipermercato del presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal presidente del Consiglio.
Se decido di andare al cinema, ho una sala del circuito di proprietà del presidente del Consiglio dove guardo un film prodotto e distribuito da una società del presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal presidente del Consiglio).
Se rimango a casa, guardo la tv del presidente del Consiglio con decoder prodotto da società del presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del presidente del Consiglio sono interrotti da spot realizzati dall' agenzia pubblicitaria del presidente del Consiglio.
Faccio il tifo per la squadra di cui il presidente del Consiglio è proprietario. Guardo anche la Rai, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il presidente del Consiglio ha fatto eleggere.
Se non ho voglia di tv, leggo un libro, la cui editrice è di proprietà del presidente del Consiglio.
È il presidente del Consiglio a predisporre le leggi approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti e/o avvocati del presidente del Consiglio, il quale governa nel mio esclusivo interesse. Per fortuna!

Antonio Di Furia antoniodifuria2@alice.it

Questa lettera è ovviamente un apologo, ma come spesso succede, rispecchia la possibile verità di una vita che potrebbe svolgersi proprio come il signor Di Furia scrive. Una volta si diceva che Torino era una città Fiat-dipendente nel senso che ogni attivitàe ogni passatempo (compreso il calcio) facevano capo a quella grande industria. Oggi potremmo dire che l' intera penisola dipende in qualche modo dalle attività del presidente del Consiglio. Cosa che, in questa parte del mondo, succede solo da noi. Perché? Perché l' uomo, per tanti aspetti goffo fino al ridicolo, possiede indubbia genialità, e altrettanta sfrontatezza, quando si tratta dei suoi affari. Ma abilità e sfrontatezza non sarebbero bastate se non si fosse trovato davanti un popolo provato da anni di corruzione e di cattiva politica, pronto a consegnarsi al ' mago' che pareva tirar fuori dal cilindro la soluzione di ogni problema. C' è una bella novella di Thomas Mann che bisognerebbe rileggere: ' Mario e il mago', appunto.
CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it