lunedì 16 giugno 2014

L'editoria si adatta - L'età di lettura non è più consigliata


Accanto a campioni della fantasia come Geronimo Stilton nell’offerta per i piccoli spuntano realismo e conflitti
PIERDOMENICO BACCALARIO

Si dice che Theodore Roosevelt tenesse sempre sul suo comodino i racconti dell’Età dell’oro di Kenneth Grahame e di tanto in tanto leggesse quelle storie melanconiche e avventurose sugli anni perduti dell’infanzia.
Era un libro uscito nel 1895, nel pieno del periodo storico che, nella letteratura per ragazzi, si è soliti definire con lo stesso nome. L’età del­l’oro iniziò in Inghilterra intorno al 1830 e proseguì fino agli inizi del Ventesimo secolo, e fu il momento in cui alcuni dei migliori scrittori dell’epoca si dedicarono in modo nuovo ai ragazzi: smisero di scrivere storie moraleggianti e piene di prediche e cominciarono, invece, a stimolare la loro im­maginazione. In un quarto di secolo venne così “inventa­to” il moderno concetto di bambini e venne fissata l’im­portanza del loro mondo fantastico, con regole diverse dal mondo degli adulti, a loro precluso (tranne poche ecce­zioni, concesse quasi sempre agli adulti più “strani”) e con soluzioni — spesso magiche — che, nei libri, funzionava­no sempre.
A un secolo di distanza, con la Fiera del Libro per Ragaz­zi che si apre domani a Bologna, i più importanti editori del mondo si ritrovano a discutere di cosa sia cambiato. Tom Weldon, il direttore inglese del mega gruppo editoriale Penguin-Random House, vede nel mondo dei ragazzi l’opportunità di sperimentare un nuovo modo di fare editoria: sostiene che i bambini non pensano più ai personaggi del­le storie come a qualcosa che possono trovare solo nei li­bri, ma si aspettano di riconoscerli ovunque. In televisio­ne, nei videogiochi, sui cellulari, nei negozi di giocattoli e anche quando devono scegliere cosa indossare. È il mer­cato, cioè, dei personaggi Super Star, quelli che, soprattut­to nei lettori più giovani, occupano da soli buona parte del mercato. Quelli che in Italia, per intenderci, sono Geroni­mo Stilton e Peppa Pig. Accanto a loro, il cui successo è da­to dall’aver inventato un linguaggio anche iconico molto riconoscibile, e averlo poi aiutato con forti investimenti, ci sono sempre più personaggi che stanno crescendo.
Nel corso degli ultimi vent’anni si è assistito al progres­sivo abbandono delle storie di grande scenario, dove a do­minare era il plot e l’ambientazione, per cercare invece storie più intime, dove a essere centrali erano i personaggi principali. Si è passati, cioè, dal “mondo” al “me”. Non de­ve quindi stupire, ad esempio, che l’annunciato caso edi­toriale dell’anno, Half Bad (Fabbri), la cupissima storia di uno stregone mezzo sangue, riporti la prima indicazione geografica concreta a pagina 249. E ne La Stagione della Falce (Salani) la giovane scrittrice inventa sì una Oxford fantascientifica e cupissima, ma la vede attraverso i pen­sieri della sognatrice Paige. Due storie ad ambientazione inglese, ma che potrebbero svolgersi in qualunque altro posto del pianeta. Spogliati degli elementi fantastici, que­sti due romanzi rientrano in quelli che sono stati chiamati “Problem Novels”, storie di disagio e di dolori quotidiani sempre più complessi ed efferati, che, sulla scia della mo­da americana, hanno catturato milioni di giovani lettori. Una fiction realistica, dove il punto di forza è lo sguardo del protagonista, che non perde mai il suo mondo interiore, fantastico e, in senso buono, infantile. A volte lo fa serven­dosi di disegni fantasmagorici (Jane, la volpe & io, Monda­dori), a volte facendoci sbellicare dalle risate, (EccoMano-lito, Lapis); altre volte stringendoci lo stomaco con parole assordanti (La vera storia del mostro Billy Dean, Salani), o letterario (Il paese di Juan, Mondadori).
Gli autori italiani, finalmente, sembrano poi aver impa­rato a scrivere in modo internazionale senza per questo dover confondere la particolarità della propria voce. Han­no fatto loro il tema dominante della fiera, la guerra, grazie a due libri eroici come non si vedevano da tempo (Il volo dell’asso di picche e L’eroe invisibile, Einaudi Ragazzi); ma hanno parlato in modo emotivo di legalità e sport (’o Maè, Piemme); del senso di meraviglia per il mondo di un Konrad Lorenz bambino (Il segreto di Re Salomone, Editoriale Scienza) e del senso profondo della filosofia (Pensa che ti ripensa, Piemme). Uscendo da un mondo immaginario destinato esclusivamente ai ragazzi, questi nuovi libri pos-sono finalmente sbarazzarsi dell’ultimo predicozzo rima­sto dal secolo precedente, come da sempre sostiene l’edi­tore Luigi Spagnol: l’età di lettura consigliata. E diventare finalmente suggerimenti magici, ottimisti e melanconici per ritrovare l’età dell’oro in tutte le età.

Repubblica, 23 marzo 2013