mercoledì 26 marzo 2014

Ferrarella - una via d'uscita dalla crisi del sistema giudiziario?



Cose semplici....volendo....

Si può cominciare dalle cartoline. È un programma senz'altro meno affascinante dei sogni di palingenetiche riforme. Eppure già solo modernizzare in via informatica l'invio di 28 milioni l'anno di notifiche postal-manuali di atti e comunicazioni giudiziarie nel settore penale, che oltretutto divora le ore/lavoro di almeno 5 mila cancellieri, avrebbe l'effetto di evitare che ogni giorno nei tribunali continuino a «saltare» per difetto di notifica ben 12 processi su 100 fissati, fra le maggiori concause statistiche di rinvio dei dibattimenti e della loro eccessiva durata. Se ne ha controprova nel civile, dove la sede giudiziaria che ha fatto da battistrada nello sperimentare decreti ingiuntivi telematici per 600 milioni di euro, sbrigati in media in 12 giorni contro i 71 di carta, in un anno è come se avesse messo nelle tasche degli operatori economici 5 milioni in più già solo sotto forma di differenziale tra costo del denaro e tasso di interesse legale.
Anche smettere di giudicare a vuoto gli imputati irreperibili sgraverebbe i tribunali dall'ingolfamento di questi processi a «fantasmi», tanto più che la giurisprudenza europea li ritiene tutti nulli per violazione del diritto di difesa, e che allo Stato costano però decine di milioni di euro di mutile «gratuito patrocinio». Per scongiurare
poi che gli ultra di un malsano aziendalismo giudiziario colonizzino il senso comune fino a far passare tre gradi di giudizio come un lusso, e l'appello come una polverosa garanzia da rottamare 0 barattare con insidiose forme di obbligatorietà temperata dell'azione penale, diventa urgente snellire le regole su impugnazioni, ricorsi, nullità degli atti e competenze territoriali: perché è un lusso che non ci si può permettere, questo sì, che il furto di un ovetto Kinder da un euro e 40 centesimi venga affrontato con il medesimo armamentario applicato alla bancarotta Parmalat da 14 miliardi, o che le cause civili su diritti veri finiscano peressere mandate in coda dalla patologica litigiosità bagatellare che piazza l'Italia al secondo posto in Europa (dietro la sola Russia) per quantità di contenzioso. Il corto circuito tempistico, tra il record europeo di procedimenti prescritti (130 mila l'anno) e il più alto numero di condanne da parte di Strasburgo per irragionevole durata dei processi penali, va interrotto non allungando a dismisura i termini di prescrizione (pur sempre garanzia per i cittadini di non essere ostaggi a vita delle pretese punitive dello Stato), ma prevedendo che, a un periodo non troppo lungo per indagini e approdo in tribunale, segua il blocco della prescrizione una volta intervenuta almeno la sentenza di primo grado. E non guasterebbe una maggiore qualità della tecnica di redazione delle norme: specie per un legislatore che, alluvionando di commi i tribunali con la scusa di emergenze vere 0 presunte, spesso vi scarica ambiguità normative sorelle di furbizie elettorali.




2013_10_20  Domenica del Corriere della Sera