domenica 17 gennaio 2010

nucleare: inganni e bugie radioattive

INGANNI E BUGIE RADIOATTIVE
di Gianni Tamino
un dossier sul nucleare apparso nella rivista Tera e Acqua - gennaio 2010



IL REFERENDUM E ARRIVATO A NUCLEARE GIÀ FALLITO
Dicono che è colpa del referendum del 1987 se si è persa una quantità enorme di energia. Ma nel 1986 la centrale di Caorso era già chiusa, non era in grado di funzionare, la centrale del Garigliano non era mai entrata in funzione, ma ha consumato un sacco di energia producendo un sacco di radioattività nella zona. Di fatto con il referendum abbiamo sancito il fallimento dell'avventura nucleare italiana che ha consumato più energia di quella prodotta.
Inoltre abbiamo collaborato con la Francia per il Superphoenix, che è stato un fallimento e costruito il Pec del Brasi-mone e l'impianto di Latina: potete capire lo spreco che abbiamo fatto e riproporre oggi un avventura del genere vuol dire ignorare il fallimento italiano. Abbiamo chiuso un sistema antieconomico e non abbiamo perso alcuna opportunità.
IL FALSO RISPARMIO DEL NUCLEARE
La centrale nucleare ha costi enormi e tempi lunghissimi. Per la centrale in costruzione in Finlandia i tempi si stanno dilatando e i costi stanno più che raddoppiando. In ogni caso sono tempi e costi ben più ampi di quelli annunciati dal governo italiano. Se non ci riescono i finlandesi, non si capisce come dovrebbe riuscirci il governo italiano, che ha già fallito.
Se si valutano i costi reali di una centrale si vede che anche il mito del risparmio del nucleare è una falsità. Se la centrale non dura 35 anni è un fallimento e dobbiamo aggiungere i costi dello smantellamento. L'unico esempio di smantellamento è in America ed è costato il doppio della costruzione: i lavoratori che devono smantellare un impianto così pericoloso devono fare in fretta, lavorare una giornata e poi avere ampi periodi di sosta per cercare di tutelare la loro salute. L'UE, per smantellare una centrale in Lituania ha previsto costi doppi della costruzione.
SE È COSÌ ANTIECONOMICO PERCHÉ VIENE PROPOSTO?
A parte alcuni che vogliono costruirsi una bomba o che vogliono sostituire impianti esistenti - vedi la Francia - nel mondo oggi nessuno propone più il nucleare. La Germania ha scelto che le centrali che si esauriscono non vengano sostituite. In Asia è stata annunciata, a gennaio, la decisione di chiudere in anticipo una centrale perché non aveva senso continuare a mantenerla attiva, e non sì è deciso la costruzione di nuovi impianti. Quindi in Europa, salvo la Finlandia e una ipotesi in Francia, non si sta assistendo a nessuna scelta di questo tipo. In America non si stanno proponendo nuove centrali dal 1979. Quelle che sono state costruite erano già in programma; Bush aveva provato a dare degli incentivi a chi voleva costruirne,
nessuno li ha chiesti e Obama li ha eliminati ricordando i costi enormi del deposito dei rifiuti nucleari. Nessuno al mondo ne ha mai realizzati. Gli unici al mondo che ci stanno provando sono li Stati Uniti con enormi difficoltà, pur avendo deserti e luoghi molto più idonei dei nostri. Alle condizioni attuali, l'uranio, per alimentare le centrali esistenti, durerà meno di petrolio e metano e, se costruiamo centrali in più, si esaurirà ancora prima. Dal punto di vista energetico, il bilancio è negativo: quanto costa tenere, per migliaia di anni, i depositi di rifiuti? C'è un enorme consumo di energia non elettrica (che oggi è fossile) in tutte le fasi (dall'estrazione nelle miniere, allo smantellamento delle centrali) e il deposito scorie.
Perciò, che il nucleare riduca l'emissione di C02, vale per la centrale, ma se si valutano tutta l'energia utilizzata, dalla miniera al deposito dei rifiuti, non si può certo dire che una centrale nucleare produce il 50% in meno di emissioni di una centrale a fossili. Più il tenore in uranio nelle rocce diminuisce e aumentano i sistemi di sicurezza, la produzione di C02 si avvicina a quella di una centrale classica.
Se oggi decido una centrale nucleare, ci vogliono dai 12 ai 15 anni come minino perché entri in funzione (non siamo certo più bravi degli altri) e, in tutta questa fase, usiamo energia fossile che aumenta la C02. L'emissione di C02 eventualmente risparmiata, ci sarà non prima di 35 anni, ma il problema dei cambiamenti climatici deve essere risolto molto prima.
L'AFFARE NUCLEARE ALL'EST
Costruire centrali oggi sarebbe un fallimento economico, sanitario, energetico e dal punto di vista delle emissioni di C02. Allora perché qualcuno propone di farlo? L'Enel possiede più di 6 centrali nucleari: 2 in Slovacchia, 4 in Spagna e una partecipazione in Francia. L'accordo tra Francia e Italia è una sorta di pour-parlertra due capi di stato per fare gli interessi di due aziende private. Il vero business è realizzarne qualcuna anche in Italia, ma soprattutto nuove centrali nei paesi dell'Est in sostituzione delle vecchie centrali tipo Cer-nobyl,come quelle dell'Enel in Slovacchia e altre nuove centrali per Serbia e Albania: lì non hanno nessun tipo di controllo, mancano le strutture idonee. Realizzarlo lì è follia totale. Ci dobbiamo opporre alle centrali nucleari dovunque, non solo nel nostro territorio.
A CERNOBYL NON È FINITA
Il problema di Cernobyl andrà avanti per decenni perché non è certo risolto. Avete visto i bambini che giungono da quei luoghi e sappiamo le migliaia di morti: la AIEA, che è pro-nucleare, conferma che finora 1800 bambini sono stati colpiti da cancro alla tiroide). La centrale
sta sprofondando e rischia di creare disastri ben maggiori, il sarcofago entro 190 anni non terrà più, dovrà essere fatto qualcos'altro, ma i costi sono pazzeschi e nessuno vuole intervenire.
I "NORMALI" INCIDENTI IN FRANCIA
Ma parliamo anche della normale attività: ricorderete l'incidente in Francia l'anno scorso a Tricastin. Io ero casualmente là e l'impresa francese disse non era successo niente, in realtà si trattava di una quantità enorme di acqua contaminata da uranio radioattivo: dopo 20 giorni l'Ente di controllo francese ha chiuso l'impianto. Noi dovremmo costruire con una società che n*ga i pericoli di fronte all'evidenza
IN QUALI SITI?
Per essere raffreddata, una centrale nucleare da 1.600 megawatt ha un bisogno d'acqua enormemente maggiore di un
centrale termoelettrica. Con la siccità del 2008 bisognava decidere se usare l'acqua per le centrali idroelettriche o per l'agricoltura.
Se ci fossero state centrali nucleari sul Po, avremmo dovuto chiuderle, con un costo economico e un rischio ambientale enormi: le operazioni più rilevanti per una centrale nucleare sono spegnere e accendere. Una persona che non sia folle non proporrebbe mai di costruire una centrale nucleare in un posto con tali potenziali condizioni di siccità. In Italia probabilmente le centrali si possono costruire solo sul mare; vedo solo o il delta Po o sul mare, tipo Montalto (sito già approvato).
LA FRANCIA SVENDE L'ENERGIA
I filo-nucleari dicono che abbiamo un costo dell'energia elettrica molto più alta dei francesi; è sia vero che falso.
II costo dell'energia elettrica italiana è dovuto all'inadeguatezza del nostro sistema elettrico in particolare delle nostre linee: abbiamo linee che hanno uno spreco del 12,13 % nel trasferimento dell'energia elettrica. Importiamo energia elettrica dalla Francia perchè le centrali nucleari sono "rigide", producono energia anche quando non serve; perciò di notte ce la vendono sotto-costo. Il cosiddetto basso costo del nucleare francese è un sottoprodotto del nucleare militare, la "force de frappe" voluta dal gen. De Gaulle. L'Italia, con i bacini idroelettrici, ha maggiore flessibilità, possiamo modulare la produzione, e ci conviene importare l'energia elettrica quando è "buttata via". Non si dice però che anche noi esportiamo energia elettrica alla Francia. L'Italia ha una potenza superiore al consumo di punta, ed è in grado di fronteggiare la domanda. La Francia invece produce molta energia elettrica ma è vulnerabile nel picco. La Francia ha imposto a molte aziende il riscaldamento con energia elettrica e, in un inverno freddo come quest'anno, non è stata in grado di coprire il suo fabbisogno, sono intervenute Germania e Italia.
Gennaio - Febbraio 2010
Tera e Acqua

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