Una decina di anni fa, mi trovai a pensare:"se volessi essere qualcun altro, chi vorrei essere?"
Sono passate davanti agli occhi molte persone, musicisti, attori, registi......e alla fine, la mia risposta è stata: Beniamino Placido.
La sua grande cultura e curiosità, trattata con grazia e leggerezza, la sua capacità di fare sintesi di letture plurilingue......fantastico Beniamino, ho avuto alcune volte la tentazione di scriverti...poi sei scomparso, ora ho saputo il perchè, della tua grave malattia.
Se ne è andato un altro grande, spero che raccolgano in un volume i suoi articoli.
in allegato due poesie che amava.
L' ULTIMO SALUTO A BENIAMINO PLACIDO
CAMBRIDGE - I familiari e gli amici di Beniamino Placido hanno salutato ieri lo scrittore, intellettuale e giornalista di Repubblica scomparso il 6 gennaio all' età di 80 anni. È stata una cerimonia intimae privata, secondo lo stilee la volontà di Beniamino, nel Crematorium della città universitaria inglese, dove Placido si era trasferito alcuni mesi fa per stare vicino alla figlia Barbara e ai nipoti, dopo la lunga malattia che lo aveva colpito. Sarà seguita, il 5 febbraio, a Roma, da una commemorazione pubblica, in cui colleghi e amici ricorderanno una delle figure più importanti del giornalismo e della vita intellettuale italiana. L' addio che la famiglia gli ha dato ieri a Cambridge è stato il prologo, nello spirito appassionato e critico, profondo e leggero, che ha caratterizzato l' opera di Placido. Alla presenza della madre di Barbara, la scrittrice Nadia Fusini, dell' amico, poeta e collega di Repubblica Franco Marcoaldi, di parenti e amici che hanno condivisoi suoi molteplici interessi, sono stati letti brani di lettere di Beniamino e ricordati la sua ironia, la sua dolcezza, la sua vivacissima intelligenza. La figlia Barbara ha letto una lettera in cui Placido le parlava della sua infanzia a Rionero in Vulture, in Basilicata, e la sua militanza nel Partito d' azione, attraverso una favoletta il cui messaggio era che gli uomini devono, possono «provare a volare», pur sapendo che ci sono le leggi di gravità. Il genero Robert, italianista alla Cambridge University, ha letto una poesia che Beniamino amava, Digging, di Seamus Heaney. Un' amica di famiglia ne ha letta un' altra, che Placido teneva appesa al muro della sua casa di Orbetello: I giusti, di Borges. E alla fine Barbara ha rivelato un piccolo «segreto»: gli studi di ebraico che Beniamino faceva da autodidatta all' Università Gregoriana di Roma, raccontando la sua interpretazione di una frase del Talmud in cui Dio forse dice «io sono» e forse «ci sono». Canzoni di Tenco e Vanoni hanno accompagnato la cerimonia, conclusa da un brano particolarmente caro a Beniamino e alla figlia: «My heart belongs to daddy», cantata da Marilyn Monroe. - ENRICO FRANCESCHINI
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Jorge Luis Borges | Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire. |