20.04.2009
L’ambiente ha un nuovo nemico: sono 62mila miliardi l’anno, bruciano energia
L’ambiente ha un nuovo nemico: sono 62mila miliardi l’anno, bruciano energia
ALESSIO BALBI ROMA — Gli ambientalisti di tutto il mondo hanno un nuovo nemico: è lo spam, la posta spazzatura che intasa le caselle e-mail con pubblicità indesiderate, proposte di facili guadagni, truffe e virus. Secondo uno studio appena pubblicato, ogni anno a causa dello spam finisce nell’atmosfera l’equivalente dei gas serra prodotti da 3,1 milioni di automobili che consumino 7 miliardi di litri di benzina. Lo studio, commissionato dall’azienda di sicurezza McAfee e condotto dai ricercatori di ICF International, prende in considerazione l’energia sprecata per trasmettere, ricevere e filtrare tutta la posta indesiderata che viaggia su internet. Si tratta di qualcosa come 62 mila miliardi di messaggi ogni anno, che secondo un recente report pubblicato da Microsoft costituiscono ormai il 97 per cento di tutte le email scambiate nel mondo. Per gestire questa mole inutile di dati, i server e i pc che compongono la rete internet consumano 33 miliardi di kilowattora, l’equivalente dell’energia usata in media in un anno da 2,4 milioni di case. McAfee, che è uno dei principali produttori di filtri antispam, sostiene che l’uso di questi dispositivi fa risparmiare ogni anno 135 miliardi di kilowattora, che in termini di gas serra equivale all’impatto di 13 milioni di automobili. Quando, lo scorso novembre, uno dei principali diffusori di e-mail spazzatura venne messo fuori uso, fu come se fossero scomparsi dalle strade 2,2 milioni di veicoli. «Fermare lo spam», dichiara Jeff Green, di McAfee, «fa risparmiare tempo e denaro, ed è un investimento a lungo termine per tutto il pianeta ». McAfee ha ovviamente interessi commerciali nella lotta alla posta indesiderata. Ma gli effetti negativi dello spam sono ben noti a chiunque abbia una casella email, e non solo: gli spammer sono rapidissimi nel seguire le abitudini degli utenti internet, e la loro attenzione si sta spostando dalla vecchia posta elettronica ai moderni social-network. La scorsa settimana un software maligno ha inondato gli utenti di Twitter con migliaia di messaggi generati automaticamente, dimostrando una volta di più che nessun nuovo mezzo è immune allo spam. Non è la prima volta che i ricercatori tentano di tradurre l’uso delle nuove tecnologie in termini di impatto ambientale. A gettare una nuova luce sull’argomento è stata un paio di anni fa Greenpeace, con il rapporto «Cutting Edge Contamination», che ha rivelato come i principali produttori di pc, telefonini e lettori multimediali facciano largo uso di sostanze chimiche altamente tossiche. Recentemente Alex Wissner-Gross, un fisico di Harward, ha calcolato che una ricerca approfondita su Google produce tra i 5 e i 10 grammi di anidride carbonica (CO2). Precedentemente era stato fatto notare che ogni avatar di Second Life, considerando la potenza di calcolo necessaria per gestire quel mondo virtuale, consuma ogni anno l’equivalente di un cittadino brasiliano in carne e ossa. Complessivamente, si stima che i computer, i monitor, i modem e tutte le altre apparecchiature che compongono la rete internet richiedano ogni anno una potenza di 868 miliardi di kilowattora, pari al 5,3 per cento del consumo energetico mondiale.