La "domenica del sole 24ore" ha lanciato mesi fa un "manifesto per la costituente della cultura" vedi .
Questa è una parte del contributo del musicista Nicola Piovani, pubblicata il 18 marzo 2012. Mi è venuto in mente pensando anche alla chiusura a Brescia dello spazio del Piccolo Teatro Libero.
Pochi
anni fa ho partecipato a un dibattito su Radio Tre ; in studio c'era,
fra gli altri, l'eccellente professor Salvatore Settis. Erano i
giorni delle manifestazioni contro i tagli ministeriali,
sciaguratamente annunciati e fortunatamente poi sospesi grazie
all'intervento, credo, di Gianni Letta. Durante quella
radiotrasmissione rimasi molto colpito dalla distinzione che
continuamente tutti facevano fra cultura e spettacolo.
Purtroppo ero
in collegamento telefonico ed era frustrante per me non poter
intervenire a chiarire l'equivoco.
La cultura meriterebbe
sovvenzioni e lo spettacolo no? Cosa vorrebbe dire? Libri sì,
teatro no? Moccia si, Shakespeare no? In che senso non sarebbe
cultura una rappresentazione di Zio Vania
o
di West Side
Story?
Rileggo
alcuni articoli di Fedele D'Amico scritti negli anni Sessanta: il
grande pensatore già allora ci metteva profeticamente in guardia
dall'abuso del termine cultura, che stava guadagnando terreno
sul termine arte.
L'abuso del concetto di cultura genera il
culturalismo, anticamera del burocratismo .
La bonifica civile nel
nostro Paese che ci auguriamo imminente e alla quale il Manifesto
che
sottoscriviamo può dare il suo contributo - non cada in questi
equivoci e di conseguenza non sottovaluti l'importanza del teatro di
prosa,di poesia, musicale, tragico, comico, lirico, di ricerca,
d'intrattenimento, di repertorio, d'evasione, da camera,da palasport,
da cantina...
Quando
mi trovo in una delle belle cittadine della nostra provincia e vedo
le tante persone che la sera escono di casa - a volte a dispetto
della neve e della crisi economica - per infilarsi in una sala
teatrale, e al buio per due ore per seguire il lavoro di artisti - o
saltimbanchi, o e filodrammatici- il cuore mi si riempie di gioia. E
non voglio neanche interrogarmi sulla e qualità
e i contenuti dello spettacolo a cui quelle persone assisteranno. Mi
basta sapere che, quella sera,hanno lasciato il televisore dormire a
casa, per partecipare a un avvenimento e d'arte in carne e ossa,
riuscito o non riuscito - ma prezioso proprio perché in carne e
ossa.