martedì 9 ottobre 2012

Piovani e la cultura

La "domenica del sole 24ore" ha lanciato mesi fa un "manifesto per la costituente della cultura" vedi .
Questa è una parte del contributo del musicista Nicola Piovani, pubblicata il 18 marzo 2012. Mi è venuto in mente pensando anche alla chiusura a Brescia dello spazio del Piccolo Teatro Libero.

Pochi anni fa ho partecipato a un dibattito su Radio Tre ; in studio c'era, fra gli altri, l'eccel­lente professor Salvatore Settis. Erano i giorni delle manifestazioni contro i tagli ministeriali, sciaguratamente annunciati e fortunatamen­te poi sospesi grazie all'intervento, credo, di Gianni Letta. Durante quella radiotrasmissio­ne rimasi molto colpito dalla distinzione che continuamente tutti facevano fra cultura e spettacolo. 
Purtroppo ero in collegamento telefonico ed era frustrante per me non poter inter­venire a chiarire l'equivoco. 
La cultura merite­rebbe sovvenzioni e lo spettacolo no? Cosa vor­rebbe dire? Libri sì, teatro no? Moccia si, Shake­speare no? In che senso non sarebbe cultura una rappresentazione di Zio Vania o di West Si­de Story?  
Rileggo alcuni articoli di Fedele D'Amico scritti negli anni Sessanta: il grande pensatore già allora ci metteva profeticamente in guardia dall'abuso del termine cultura, che  stava guadagnando terreno sul termine arte. 
L'abuso del concetto di cultura genera il culturalismo, anticamera del burocratismo .
La bonifica civile nel nostro Paese che ci auguriamo imminente e alla quale il Manifesto che sottoscriviamo può dare il suo contributo - non cada in questi equivoci e di conseguenza non sottovaluti l'importanza del teatro di prosa,di poesia, musicale, tragico, comico, lirico, di ricerca, d'intrattenimento, di repertorio, d'evasione, da camera,da palasport, da cantina...
Quando mi trovo in una delle belle cittadine della nostra provincia e vedo le tante persone che la sera escono di casa - a volte a dispetto della neve e della crisi economica - per infilarsi in una sala teatrale, e al buio per due ore per seguire il lavoro di artisti - o saltimbanchi, o e filodrammatici- il cuore mi si riempie di gioia. E non voglio neanche interrogarmi sulla e qualità e i contenuti dello spettacolo a cui quelle persone assisteranno. Mi basta sapere che, quella sera,hanno lasciato il televisore dormire a casa, per partecipare a un avvenimento e d'arte in carne e ossa, riuscito o non riuscito - ma prezioso proprio perché in carne e ossa.