Qualche
minuto fa, il Senato ha approvato il Decreto valore Cultura presentato
del Ministro Bray, Un decreto che comprende la norma che introduce una
semplice autocertificazione da consegnare in Comune, al calvario di
licenze e autorizzazioni oggi necessari per organizzare un concerto con
meno di 200 spettatori entro le 24.
Il Decreto deve essere approvato dalla Camera entro l'8 ottobre.
Da quel giorno in
Italia sarà più facile produrre, suonare, ospitare ed ascoltare musica
dal vivo. Una linfa vitale che dà lavoro e diffonde cultura a migliaia
di cittadine e cittadini italiani.
È un primo importante passo per rendere più libera la musica dal vivo.
Ringrazio voi, ovvero i 36mila firmatari che hanno sostenuto la petizione al Ministro Bray il quale nel Giugno scorso ha lanciato la proposta dell'autocertificazione.
Ringrazio tutti i media che hanno sostenuto la nostra campagna.
Ringrazio il Ministro che ha subito risposto alla petizione e seguito con attenzione l'iter dell'emendamento.
Ringrazio
i numerosi senatori e i deputati che hanno costruito le condizioni per
questo voto - a cominciare dal Presidente della Commissione Cultura del
Senato Andrea Marcucci e dai deputati Rampi, Bonomo e Costantino.
Ringrazio
le associazioni come l'Arci, Assomusica, Mei, Anci e le amministrazioni
comunali come Udine e Portogruaro che hanno sostenuto con forza questa
battaglia.
Da
domani la sfida per moltiplicare le occasioni di musica dal vivo - nel
rispetto di tutti: musicisti, utenti, residenti- prosegue. Prosegue su
altri temi cruciali per la musica dal vivo, come quello delle tariffe
per il diritto d'autore (a partire da un Ordine del Giorno approvato dal
Senato che impegna il Governo), della semplificazione delle procedure
di autorizzazione per i grandi eventi musicali, della richiesta di un
nuovo statuto giuridico per i lavoratori del pubblico spettacolo.
La
sfida è quella di redigere una “Carta della Musica dal vivo” da
condividere con i protagonisti della scena musicale italiana e da usare
come manifesto per agire con efficacia su singoli aspetti della filiera
della musica e sulle norme che la regolano.
Ma permetteteci di dire che da oggi, con una musica più libera, l'Italia tutta è un po' più libera. E ricca. E felice.
Grazie,
Stefano Boeri via Change.org