domenica 10 febbraio 2013

la nuova frontiera dell'energia


Le proiezioni dell'Agenzia internazionale per l'energia ci garantiscono che tra un ventennio l'America non solo avrà smesso di importare una sola goccia di petrolio dal Golfo Persico, ma sarà diventata la nuova Arabia Saudita, autosufficiente ed esportatrice netta di energia. Avrà anche sorpassato la Russia come produttrice di gas naturale. 

Esiste però un'altra faccia dell'autosufficienza energetica degli Usa: il boom del petrolio riproduce eccessi e costi umani, in un'economia da far west. 
Proprio come ai tempi dei primi tycoon  (vedi il film There will be blood (il petroliere)  con Daniel Day Lewis) il North Dakota è invaso da lavoratori in nero, disposti ad accettare qualsiasi sfruttamento ed esposizione al rischio, pur di partecipare alla nuova manna petrolifera. E gli ospedali locali sono travolti dagli ammalati e dalle vittime degli infortuni sul lavoro. 
Sempre legato al nuovo boom energetico: sul Financial Times – Usa una mappa a colori degli Usa fotografati di notte, dallo spazio: le luci dei fuochi accesi nei giacimenti di gas danno una misura del tremendo impatto ambientale. Il gas che viene "bruciato" negli impianti di estrazione è aumentato del 50% in un solo anno. La tecnica del "flaring", che consiste nel bruciare il "sovrappiù" di gas, è responsabile del 20% di emissioni carboniche in più solo nel North Dakota.

da: La Repubblica, 29 gennaio 2013