lunedì 30 agosto 2010

coldiretti e ogm

Prandini (Coldiretti) «Rischiamo di diventare le vittime delle multinazionali»

BRESCIA È necessario ribaltare il punto di partenza: non dobbiamo dire che gli ogm non sono nocivi fino a prova contraria; dobbiamo piuttosto dire che non esistono università o ricerche scientifiche che abbiano dimostrato che le modifiche genetiche di prodotti agricoli non creano problemi di salute ai consumatori. È molto netta la posizione di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia, sul tema ogm: poiché non sono indispensabili, e poiché c'è il rischio (almeno potenziale) di danni alla salute, meglio lasciar perdere.

Ragioni di salute, ma anche economiche
Non solo. Secondo Prandini, seminare ogm non è conveniente neppure sotto il profilo economico. «Anche i Paesi che, in passato, hanno scommesso con decisione sugli organismi geneticamente modificati -spiega il presidente della Coldiretti provinciale - stanno facendo marcia indietro». Se non ci sono evidenze scientifiche a proposito dei danni alla salute, «esistono - dice Prandini - dati economici certi: dove sono stati utilizzati, gli organismi geneticamente modificati hanno abbassato il reddito delle imprese agricole, senza benefici per il consumatore finale».
Secondo la Coldiretti, inoltre, non è vero che la coltivazione di ogm aiuterebbe i Paesi in via di sviluppo, soccorrendoli nella lotta contro la fame. «Per sfamare milioni di poveri - aggiunge Prandini - è necessario trovare nuove modalità per trasferire ricchezza ai Paesi del terzo mondo: gli ogm non rappresentano certo una soluzione a questo grave problema». E c'è anche un altro luogo comune che Prandini vuole sfatare: «I sostenitori degli organismi geneticamente modificati dicono che le colture ogm resistono ai parassiti e non necessitano di particolari trattamenti: ma questo è falso, altrimenti la diabrotica non avrebbe colpito i campi di mais ogm negli Usa».
Da sempre, inoltre, l'organizzazione agricola presieduta a livello nazionale da Sergio Marini sta dalla parte dei consumatori. «Credo che sia importante - dice il presidente bresciano - tenere in considerazione anche le opinioni dei cittadini: e più del 90% degli italiani, secondo recenti interviste, non sarebbe favorevole al consumo di prodotti ogm».

Il reddito delle imprese al centro
La vera priorità di Coldiretti è però il reddito delle imprese agricole. «Le nostre aziende - aggiunge Ettore Prandini - possono salvarsi nel mondo globalizzato solo se si riesce a distinguere e promuovere la qualità e l'eccellenza italiana: la diffusione di ogm venduti da tre gruppi multinazionali può uniformare l'agricoltura, con il rischio di perdere le tipicità, vale a dire la i nostra ricchezza». E la soia ogm importata per alimentare i nostri animali? «Solo una minima parte della soia importata è ogm - spiega il presidente di Coldiretti - e poi purtroppo oggi gli allevatori non possono più scegliere come alimentare il proprio bestiame».
A proposito di libertà di scelta, secondo Prandini questa non può essere garantita nel caso degli organismi geneticamente modificati. «È troppo pericoloso -afferma - perché il mercato è nelle mani di tre multinazionali che mirano a controllare completamente l'agricoltura. Infatti - conclude il presidente di Coldiretti Brescia - se si lascia la libertà di scelta, le multinazionali attireranno gli agricoltori proponendo i semi ogm a prezzi molto bassi; tuttavia, essendo padrone del mercato, in un secondo momento le stesse multinazionali faranno salire i prezzi, mettendo gli agricoltori in grande difficoltà. A quel punto, però, non sarà più possibile tornare indietro: insomma, dobbiamo fare di tutto per evitare che i nostri imprenditori agricoli diventino vittime di aziende prive di scrupoli».

giornale di Brescia, 28 agosto 2010