La sfortuna di vincere al Lotto
di Ermanno CavazzoniIl super-enalotto, l'ex totocalcio, le lotterie di Stato eccetera danno a chi gioca la speranza di vincere e di passare grazie alla vincita a uno stato di maggiore felicità.
La prima questione da considerare è quanto si vince.
Se si vince poco, qualche migliaia di euro (considerando che il vincitore sia un impiegato o un artigiano di medio reddito) c'è una breve felicità, ad esempio quel tale cambia macchina, ma tutto resta come prima, con qualche patema in più per i vandali che possono sfregiare o ammaccare la macchina nuova. Se vince qualche centinaia di migliaia di euro compra ad esempio un appartamento, cioè non paga l'affitto, quindi gli avanza qualcosa di più per il cibo, bistecche migliori, con un filo di grasso, ristorante ogni tanto, vacanze tutto compreso con trattamento abbondante, ma la vita più o meno è la stessa, forse un leggero ingrassamento in cintura e un doppio mento leggero, qualche problema alla cistifellea e il colesterolo più alto. Se vince qualche milione, anche in questo caso la vita più o meno sarà la stessa, stessa moglie, tutt'al più divorzia perché l'amante pretende di uscire alla luce del sole, lui ha i soldi per pagare gli alimenti dopo il divorzio, poi tutto si placa e vive con l'amante come viveva prima con l'ex moglie. È più felice? Beh, ha avuto più traversie, con qualche momento di felicità, sommando i più e i meno direi che il tenore medio è lo stesso; poi ci pensa la banca a consigliargli cattivi investimenti, di modo che in poco tempo la vincita si riduce a quasi niente. Può comprare uno o due immobili, può affittarli, e proverà le amarezze del proprietario di immobili, l'ex amante ora moglie gli darà un figlio, e tutto sarà come prima, litigi con la moglie, incomprensioni col figlio, in più litigi con la ex moglie, incomprensioni con gli altri figli, tutto come prima, ma appena un po' peggio e un po' più complicato, di poco.
I problemi veri sorgono se vince cinquanta o cento milioni o di più, perché in qualche modo con quella somma deve farci qualcosa; se la da in banca, la banca a poco a poco la mangia, le banche sono in grado di dissolvere somme immense promettendo straordinari guadagni; intanto il fortunato vincitore ha lasciato l'amante e ne ha presa una più costosa, di fronte alla quale si vergogna di fare il manovale o l'impiegato; cosa fa? mette su un'aziendina, la mette su assieme a un socio, il quale è più esperto ma non ha soldi, e così in poco tempo i soldi che non ha mangiato la banca se li mangia il socio e l'aziendina fallisce; se il socio non ha fretta, se quindi è trascorso più tempo e intanto l'aziendina è diventata un'azienda, il fallimento sarà maggiore. Un muratore che negli anni 60 aveva vinto una somma enorme, aveva avviato un'impresa edile; quando è fallita, com'era inevitabile, e si è trovato solo con dei debiti e con processi pendenti, si è buttato sotto il treno. Ed è stato il risultato della grande vincita. La quale fa sì che le preoccupazioni aumentino, ed essendo il cambiamento improvviso, è probabile che il fortunato non sia all'altezza di amministrare l'impresa; se non fallisce vive in ogni caso nell'ansia, nella diffidenza, nel timore di sbagliare o farsi ingannare; l'amante divenuta moglie spera che quello muoia, e che lei e suo figlio ereditino; la nuova amante spera che muoia la moglie per subentrarle, e aspettare che di lì a poco anche lui muoia dopo averle intestato immobili e conto corrente; come si vede ci sono gravi problemi su tutti i fronti; è probabile ci sia qualche attimo di felicità, un'ora o due al mese, magari al mattino presto, quando tra il sonno e il risveglio il neo bilionario crede di essere ancora uno squattrinato che può prendere il mondo alla leggera, che può immaginare astratte speranze e piccole felicità ottenute con poco, una bella giornata di sole, un viaggetto in macchina senza saper dove, così, per il gusto di perdere tempo. Poi si alza e deve constatare che invece è tutto un assillo e un'infelicità, con punte di pessimismo, desiderio di scomparire, ogni tanto poca voglia di vivere, e una vita che non è quella che desiderava, che non è la sua.
Quindi riassumendo il super enalotto è una falsa promessa, non cambia la vita, e se la cambia, la cambia in peggio. In altri tempi c'era la speranza di essere riconosciuti figli del re, se io fossi re, uno si diceva; beh se uno a circa quarant'anni fosse stato riconosciuto re, sarebbe per lui una tragedia, avrebbe dovuto stare attento al veleno, alle congiure di cui sarebbe stato inesperto e dunque facilmente vittima; e poi badare agli altri re che provocano incidenti al confine per mangiargli tutto, sposerebbe magari una principessa di sangue, la quale vedendo la sua inesperienza e la sua citrullaggine mirerebbe a sostituirlo con l'amante, o col figlio di primo letto, eccetera eccetera.
Al messo che arriva con il proclama per insediarlo come nuovo re, meglio rispondere che si sono sbagliati, che lui non è nessuno, che vive tranquillo così, nessun suo ascendente ha una goccia di sangue aristocratico, grazie ma potete andare, lasciatemi in pace, sentite magari dal mio vicino di casa, che è rumoroso, ogni tanto mi da fastidio, tiene il volume alto e sposta i mobili in continuazione, fategli fare a lui il re, fatelo sposare a una principessa così si toglie dal condominio e sarà inevitabilmente punito per tutti i fastidi che finora mi ha dato. Stessa cosa se qualcuno ti regala un biglietto che poi risulti vincente: mettetelo nascostamente nella buca delle lettere del vicino di casa, o di quel parente prossimo insopportabile, lui sarà stupefatto, sarà felice nell'immediato, complimentatevi con lui, capirà qualche anno dopo come i complimenti fossero ironici, quando io sarò povero e felice, e lui ricco e disperato.
dal sole 24 ore del 19 ottobre 2014