venerdì 16 gennaio 2009

greenpeace e la guerra a gaza

Greenpeace è e rimane una organizzazione pacifica e pacifista, la
dichiarazione di GP Med ne è la conferma:

"Promoting Peace and Non-violence is at the very core of Greenpeace
Mediterranean's mission, and at the heart of everything we represent. We are
opposed to the use of war or violence as a means of solving any conflict.
Greenpeace Mediterranean condemns the decisions of leaders on all sides who
choose bombs over negotiation, and place innocent civilians in harms way.
Furthermore, Greenpeace Mediterranean has witnessed the severe negative effects
of war on regional stability, health conditions and the environment and we call
for an immediate cessation of violence and an opening of negotiations with the
true intention of reaching an agreement which will be, this time, sincerely
respected by all sides.
Greenpeace is an independent global campaigning organization that acts to
change attitudes and behavior, to protect and conserve the environment and to
promote peace"

Le ragioni che ci portano al momento a non rilasciare dichiarazioni ufficiali
tutelano l'incolumità dei nostri colleghi e amici.
Da settimane siamo in contatto con GP Med e GPI, le uniche a poter valutare se
sia opportuno rilasciare un comunicato stampa ufficiale, e se ci sarà possibile
ribadire la posizione di Greenpeace contro l'utilizzo della violenza per la
risoluzione di conflitti lo faremo.
Il timore è che possa essere fatta banale e ottusa strumentalizzazione di
qualsiasi nostra dichiarazione o gesto.
Per questa stessa ragione siamo molto fermi nel dire che non è possibile
prendere parte a qualsivoglia manifestazione in rappresentanza
dell'associazione.
Al momento le manifestazioni non sono pacifiste nè tantomeno pacifiche e anzi,
c'è il forte rischio che queste stesse diventino occasione per avallare un
pericoloso atteggiamento anti-semita.
Un'altra cosa su cui varrebbe la pena soffermarsi è l'influenza forte,
e oscura, che i media esercitano su tutti noi. Oggi contiamo i morti a Gaza, e
allora io vi esorto a non dimenticare il Sudan, la Cecenia, la Birmania, e gli
altri luoghi sulla terra in cui vengono perpetrati tutti i giorni crimini
all'umanità, per cui non basterebbe nessun comunicato, nessuna
manifestazione, e per cui solo il pensiero libero e cosciente di ognuno di noi
potrebbe determinare il cambiamento: è alla costruzione di questo pensiero
libero e consapevole che dobbiamo guardare.

-- Irene Longobardi Assistente al Coordinamento Attivismo e Volontariato
Greenpeace ONLUS