domenica 26 aprile 2009

la rai in diretta

La rai in diretta, e anche con vari spezzoni registrati.
Ottimo per gustarsi in differita solo le notizie, gli sketch, i documentari.....senza essere schiavi della tv!
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/diretta.html

togli la terra ai cacciatori

’eliminazione dell’articolo 842 del Codice Civile, che permette ai soli cacciatori di entrare nella proprietà privata altrui, è un obiettivo “storico” per la LAC, che ha promosso persino un referendum per abrogarlo e, più recentemente, una petizione che sta riscuotendo unanime successo.

Vai a vedere su:

http://www.abolizionecaccia.it/index.php?id=361

Siti interessanti per difesa dell'ambiente

GUIDA ALLA DIFESA DELL'AMBIENTE
da: "D - la repubblica delle donne" del 24 aprile 2009
Meta della battaglia per ia difesa dell'ambiente si combatte in Rete. Ecco una selezione dei websites più quotati e seguiti.
www.treehugger.com (in inglese)
Informati, interagisci, passa all'azione'. Queste le sezioni di uno dei siti green più popolari del mondo, snodo di networking per decine di migliaia di persone.
www.guardian.co.uk/environment (in inglese)
La sezione del Guardian dedicata alle tematiche ambientali. Giornalismo ecologico col marchio dell'imparzialità.
www.grist.org (in inglese)
Notizie, blog. video, sette column dedicate alle tematiche ambientali costantemente aggiornate.
www.ethicalconsumer.org (in inglese)
Costola online dell'omonima rivista, si addentra nel tema del consumo etico e delle nuove forme di organizzazione dei consumatori.
www.sustainablog.org (in inglese)
Blogging per un mondo più verde. Questa piattaforma di diari online ospita gli interventi di privati cittadini, opinion leaders ed esperti di energia alternativa.
www.theecologist.org (in inglese)
Strutturato come un portale di news, e una fonte ricchissima di servizi e inchieste giornalistiche. Interessante anche la sezione radio e tv.
www.youimpact.it
E' una sorta di YouTube ambientalista: questo sito italiano, attivo da poche settimane, ospita contenuti video a tema green ed e collegato al progetto "Impatto Zero-promosso da Lifegate.

mercoledì 22 aprile 2009

effetto serra delle email spazzatura

LA REPUBBLICA - Ambiente e territorio : L’effetto serra delle e-mail spazzatura “Inquinano come tre milioni di auto”
20.04.2009
L’ambiente ha un nuovo nemico: sono 62mila miliardi l’anno, bruciano energia
ALESSIO BALBI ROMA — Gli ambientalisti di tutto il mondo hanno un nuovo nemico: è lo spam, la posta spazzatura che intasa le caselle e-mail con pubblicità indesiderate, proposte di facili guadagni, truffe e virus. Secondo uno studio appena pubblicato, ogni anno a causa dello spam finisce nell’atmosfera l’equivalente dei gas serra prodotti da 3,1 milioni di automobili che consumino 7 miliardi di litri di benzina. Lo studio, commissionato dall’azienda di sicurezza McAfee e condotto dai ricercatori di ICF International, prende in considerazione l’energia sprecata per trasmettere, ricevere e filtrare tutta la posta indesiderata che viaggia su internet. Si tratta di qualcosa come 62 mila miliardi di messaggi ogni anno, che secondo un recente report pubblicato da Microsoft costituiscono ormai il 97 per cento di tutte le email scambiate nel mondo. Per gestire questa mole inutile di dati, i server e i pc che compongono la rete internet consumano 33 miliardi di kilowattora, l’equivalente dell’energia usata in media in un anno da 2,4 milioni di case. McAfee, che è uno dei principali produttori di filtri antispam, sostiene che l’uso di questi dispositivi fa risparmiare ogni anno 135 miliardi di kilowattora, che in termini di gas serra equivale all’impatto di 13 milioni di automobili. Quando, lo scorso novembre, uno dei principali diffusori di e-mail spazzatura venne messo fuori uso, fu come se fossero scomparsi dalle strade 2,2 milioni di veicoli. «Fermare lo spam», dichiara Jeff Green, di McAfee, «fa risparmiare tempo e denaro, ed è un investimento a lungo termine per tutto il pianeta ». McAfee ha ovviamente interessi commerciali nella lotta alla posta indesiderata. Ma gli effetti negativi dello spam sono ben noti a chiunque abbia una casella email, e non solo: gli spammer sono rapidissimi nel seguire le abitudini degli utenti internet, e la loro attenzione si sta spostando dalla vecchia posta elettronica ai moderni social-network. La scorsa settimana un software maligno ha inondato gli utenti di Twitter con migliaia di messaggi generati automaticamente, dimostrando una volta di più che nessun nuovo mezzo è immune allo spam. Non è la prima volta che i ricercatori tentano di tradurre l’uso delle nuove tecnologie in termini di impatto ambientale. A gettare una nuova luce sull’argomento è stata un paio di anni fa Greenpeace, con il rapporto «Cutting Edge Contamination», che ha rivelato come i principali produttori di pc, telefonini e lettori multimediali facciano largo uso di sostanze chimiche altamente tossiche. Recentemente Alex Wissner-Gross, un fisico di Harward, ha calcolato che una ricerca approfondita su Google produce tra i 5 e i 10 grammi di anidride carbonica (CO2). Precedentemente era stato fatto notare che ogni avatar di Second Life, considerando la potenza di calcolo necessaria per gestire quel mondo virtuale, consuma ogni anno l’equivalente di un cittadino brasiliano in carne e ossa. Complessivamente, si stima che i computer, i monitor, i modem e tutte le altre apparecchiature che compongono la rete internet richiedano ogni anno una potenza di 868 miliardi di kilowattora, pari al 5,3 per cento del consumo energetico mondiale.

la trappola del 5 per mille

LA TRAPPOLA DEL 5 PER MILLE

È DAVVERO curioso che il ministro del Tesoro abbia proposto di destinare alla ricostruzione in Abruzzo i fondi del 5 per mille, ovvero fondi che per legge sono destinati ad altri soggetti: alle associazioni di volontariato, culturali e di ricerca (incluse le università) prescelte dai cittadini. Giustamente si sono arrabbiate le diverse associazioni e istituzioni che sperano di ottenerne una parte e che già si lamentano dell' incredibile ritardo (di anni, non di mesi) con cui lo stato gira loro i denari a ciò destinati dai cittadini.
Ma la proposta del ministro è tanto più impropria in quanto lo stato ha a disposizione i proventi dell' 8 per mille per la quota destinata dai cittadini, appunto, allo stato. Questi fondi hanno i vincoli di destinazione precisi, anche se troppo spesso sono invece utilizzati in modo non trasparente e per finalità improprie. Tra le destinazioni esplicitamente ammesse vi è anche il fronteggiamento delle calamità naturali. Perciò ci si sarebbe aspettati dal ministro del Tesoro che promettesse solennemente che i proventi dell' 8 per mille di quest' anno e/o dell' anno scorso, o anche solo una loro parte, saranno destinati alle zone terremotate dell' Abruzzo. Forse ciò avrebbe invogliato molti cittadini - la stragrande maggioranza - che solitamente non indicano la destinazione dell' 8 per mille a farlo per questa volta, indicando appunto lo Stato come beneficiario.
Come mai allora il ministro non ha preso subito questo impegno, così ovvio e così efficace?
Per capirlo occorre ricordare come funziona il meccanismo dell' 8 per mille.
I cittadini indicano a chi vogliono destinare la loro quota, tra lo Stato e le diverse chiese ammesse. L' intero ammontare dell' 8 per mille - non solo la parte corrispondente all' insieme delle opzioni - viene poi ripartito in base alla distribuzione delle scelte.
Avviene così che se sceglie, come avviene, solo il 40% dei contribuenti, ma il 90% di questi indica la Chiesa cattolica - il 90% di tutto l' 8 per mille verrà destinato alla Chiesa cattolica, anche se si è pronunciato in questo senso solo il 35% di tutti i contribuenti.
È un meccanismo molto diverso da quello del 5 per mille, ove, invece, non solo vi è un tetto massimo, ma l' ammontare finale è definito sulla base delle sole indicazioni esplicite.
I fondi che la Chiesa cattolica ha, apprezzabilmente, deciso di stanziare a favore dell' Abruzzo (come quelli, qualche settimana fa, per le famiglie povere) non provengono dalle donazioni dei credenti, ma in larga misura dalle tasche di tutti i cittadini, che lo abbiano deciso loro o meno. Vi è quindi una forte convenienza da parte del maggior destinatario di indicazioni esplicite - la Chiesa Cattolica - a che continui il comportamento di non scelta. Se appena lo Stato presentasse un piano credibile e di grande impatto per l' uso della sua quota, "rischierebbe" di attirare più scelte di quanto non sia stato implicitamente concordato come accettabile nel patto che ha fatto con la Chiesa Cattolica quando nel 1985 ha sostituito la vecchia congrua a sostegno del clero appunto con l' 8 per mille. Fa parte di questo "patto" non solo la rinuncia dello Stato a qualsiasi forma di campagna perché i cittadini destinino a programmi pubblici di solidarietà la propria quota. Anche se questa potrebbe essere una scelta dignitosa e di civiltà, dato che la solidarietà pubblica dovrebbe essere data per scontata e parte dei dirittie doveri di cittadinanza. Fa parte di quel patto soprattutto la sistematica mancanza di informazioni sul meccanismo di raccolta e distribuzione dell' 8 per mille.
A oltre vent' anni dalla prima applicazione di questo istituto, molti contribuenti sono ancora convinti che, se non scelgono, il loro 8 per mille rimane nel monte complessivo dell' introito fiscale, senza essere redistribuito tra le chiese e lo Stato. E forse ritengono giustamente che sia ridondante indicare lo stato, dato che questi è per definizione il destinatario delle imposte.
È bene che sappiano che non è così. E che chiedano che lo Stato, invece di dirottare scelte di destinazione effettive, eviti di imporre scelte a chi non le ha fatte. E soprattutto, che per una volta usi in modo appropriato, per gli scopi di legge, ovvero per la ricostruzione in Abruzzo, i fondi che, nonostante tutto, gli vengono destinati (l' 8% circa delle scelte). Avrebbe sicuramente il consenso dei contribuenti. Sembra che, dopo le proteste, il ministro ci stia pensando. Speriamo prenda la decisione giusta. - CHIARA SARACENO

martedì 21 aprile 2009

Morire per gli altri

Perché non sottraiamo alla morte il suo tratto di solitudine, che è forse il suo aspetto più terrificante?
Vorrei porre l'accento su un aspetto molto trascurato nel dibattito pubblico che ha per oggetto l'accanimento terapeutico. Si parla sempre - e a ragione - del diritto delle persone che versano In una condizione di coma irreversibile a interrompere le cure e l'alimentazione forzata qualora abbiano dato precise indicazioni al riguardo durante la loro vita cosciente. Ciò di cui invece si tace sono i diritti del congiunti, di quei genitori, fratelli, figli, mogli e mariti che, a un punto fatale della loro vita, si trovano precipitati in una condizione innaturale per la quale la nostra psiche non è attrezzata, quella di affrontare un lutto quasi totale ma non definitivo.
È probabile che non se ne parli per paura di suscitare il fantasma che l'interruzione delle cure possa avvenire nell'Interesse dei sani a sbarazzarsi del malati. Credo però che occorra una buona dose di crudeltà per non concedere a questi familiari disperati di provare un'ambivalenza di sentimenti e desideri, la speranza di scoprire dei miglioramenti nella salute del proprio caro e, in assenza, quella di vederlo morire. Nel normali contesti della vita quotidiana è frequente che le persone di buon senso, credenti e non, sussurrino al capezzale dei moribondi l'augurio che la loro agonia finisca al più presto, e solitamente le loro parole vengano interpretate come espressione di umana pietà, quella compassione che è disdicevole mostrare in pubblico e che probabilmente spinge la
maggioranza degli Italiani a stare dalla parte del papà di Eluana En-glaro.
Per qualche strano motivo non si ritiene però che quella pietà debba essere estesa anche ai familiari, ovvero - per usare termini più laici -non si ritiene che essi abbiano un preciso diritto alla salute psichica. Alla sospensione tra la vita e la morte della persona In coma irreversibile corrisponde - nei vivi - una condizione di stallo esistenziale che può durare decenni. Propongo allora di guardare alle volontà espresse nel testamento biologico da questa angolazione: coloro che rifiutano l'accanimento terapeutico forse testimoniano il loro amore verso chi lasciano, forse rinunciano alla perversione di desiderare che la vita degli altri ruoti intorno al proprio capezzale, forse vogliono liberare le energie del loro cari in modo che possano dedicarsi a ricostruire affetti senza sentirsi in colpa, forse sono semplicemente delle persone sane, sagge e capaci di altruismo. Anna Addazi addazi.anna@llbero.lt

Risponde Umberto Galimberti:
Mi fa piacere che la sua lettera non prenda parte all'infuocato conflitto di pareri che hanno accompagnato gli ultimi anni di vita di Eluana Englaro e, prendendo una certa distanza dal suo capezzale, intorno a cui si erano radunate posizioni scientifiche, religiose, politiche e giuridiche, capovolga il problema, non tanto per salvaguardare la qualità della vita di quanti si trovano ad assistere per anni un organismo tenuto in vita dalle macchine, quanto, radica-lizzando il senso della sua domanda, per chiedersi: perché la morte fatica a entrare nel circuito dell'amicizia, dell'amore e acquistare cosi un volto sereno? Perché bisogna morire solo per cause organiche sotto l'unica giurisdizione della tecnica medica? La morte è un evento che riguarda solo il mio organismo, oppure riguarda la mia vita che non è fatta solo di organi fisici, ma soprattutto di vissuti, di amicizie, di amori, di stili, di rispetto per sé e per gli altri?
Dico questo perché fare un testamento biologico significa anche rispetto per la vita degli altri, significa non morire da soli, ma condividere anche la propria morte con chi si è condiviso la vita, significa inserire la morte in uno scambio d'amore che la sottrae a quello scenario angosciante, caratterizzato dall'estraneità che sempre accompagna la morte quando a cadenzarla è l'irreversibile dissolvimento dell'organismo. In fondo perché temiamo così tanto la morte? Essa è terribile come tutto ciò che è estraneo, anzi come il massimamente estraneo. E in questa estraneità, che inesorabilmente ci raggiunge, si nasconde il suo volto terrificante. Mi pare che la sua lettera non voglia spezzare lance a favore dell'eutanasia, ma semplicemente sottrarre alla morte quel tratto di estraneità che inevitabilmente possiede quando è affidata alle sorti biologiche dell'organismo e possa così diventare qualcosa di familiare con la vita, qualcosa che non chiude come un evento estraneo amori e amicizie, ma si faccia accompagnare e al limite si faccia carico degli amori e della amicizie per cui e con cui si è vissuto.
Questa è la morte "umana" che va assolutamente distinta dalla morte "biologica" che, per i suoi tratti di estraneità, al limite non ci riguarda.

Repubblica delle donne D186
18 APRILE 2009

mercoledì 15 aprile 2009

aiuti abruzzo election day

Non verserò un euro per gli aiuti all'Abruzzo fino a quando non sarò certo che verranno accorpati le elezioni ed il referendum. non vedo perchè debbano essere buttati via più di 400 milioni di euro per fare contenta la Lega.
Per quanto riguarda il 5 per mille, a tutti coloro che mi chiedono indicazioni suggerisco:

Medici Senza Frontiere - 97096120585 http://www.medicisenzafrontiere.it/sostienici/5x1000.asp

Opera San Francesco per i poveri - Milano 97051510150 http://www.operasanfrancesco.it/OSF/cosafacciamo/servizi.cfm

Iscos cisl (cooperazione internazionale) 97028820583 http://www.iscos.cisl.it/


Per quanto riguarda invece l'8 per mille, chi non volesse versarlo per motivi suoi a una delle varie chiese, è meglio che firmi per lo stato. Altrimenti, per i meccanismi della ripartizione, alle varie chiese ci arriva comunque (vedi per maggiori info http://it.wikipedia.org/wiki/Otto_per_mille )

giovedì 9 aprile 2009

sabato 4 aprile 2009

vecchi cellulari si riciclano in pannelli solari

senza voler fare pubblicità, però mettiamola tra le buone iniziative:

** CON VODAFONE I VECCHI CELLULARI SI RICICLANO IN PANNELLI
SOLARI **
Riciclando i telefonini vetusti, si può finanziare la
realizzazione di pannelli fotovoltaici per le scuole.
http://www.zeusnews.com/news.php?cod=9965

mercoledì 1 aprile 2009

testamento biologico

Su repubblica di ieri, martedi 31 marzo lettere ad Augias, c'è questa lettera.
Non si potrebbe organizzare velocemente a Brescia, con la collaborazione di notai o legali laici che possano appoggiare la pratica a prezzo ragionevole, una iniziativa del genere?
Il modulo di veronesi è alla pagina http://www.fondazioneveronesi.it/images/testamento_biologico/TestaBio_03_3.pdf

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Ho deciso di seguire il consiglio di Veronesi
Su Repubblica (del 27 marzo) il prof. Veronesi, intervistato, suggerisce: «Scrivete il vostro testamento biologico, prima che questa legge che lo vanifica entri in vigore (la nuova legge infatti non può essere retroattiva), depositatelo dal medico o da un awvocato o da un notaio,nominando un fiduciario». «Io l'ho fatto. Avrà un senso se lo faremo in tanti». Allora ho chiamato il mio notaio che mi ha inviato un modulo (si chiama "testamento di vita"), l'ho confrontato con quello riportato sul sito fondazioneveronesi.it ho fissato un appuntamento giovedì prossimo per firmarlo con un costo di 130 euro. Non sono pochi soldi ma spero almeno di potermi sottrarre ad una legge liberticida.
Piero Bartolozzi Milano