giovedì 27 marzo 2008

robert kennedy e il pil

Quarant’anni fa, Robert Kennedy tenne un discorso sulla reale ricchezza delle Nazioni e sul PIL. Tre mesi dopo fu assassinato.
Cos’è il PIL, il Prodotto Interno Lordo? Il misuratore della crescita della società? La trasformazione in denaro, un concetto astratto, della nostra salute, del nostro tempo, dell’ambiente? Nessuno ha mai calcolato il COSTO del PIL. I danni dei capannoni vuoti, delle merci inutili, dei camion che girano vuoti come insetti impazziti, della distruzione del pianeta. Nessuno ha mai stimato il valore del tempo perduto per le code, per gli anni sprecati a lavorare per produrre oggetti inutili. Per gli anni buttati per comprare oggetti inutili creati dalla pubblicità. Il tempo, la Terra, la vita, la famiglia (gli unici importanti) sono concetti troppo semplici per il PIL. Un mostro che divora il mondo. Lo mangia e lo accumula. Lo digerisce e lo trasforma in nulla. L’equazione PIL = ricchezza è un incantesimo. I prodotti inutili non diventano utili perché qualcuno li compra.

“Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato
quando l'ultimo albero sarà abbattuto
quando l'ultimo animale sarà ucciso
solo allora capirete che il denaro non si mangia."
Profezia Creek.

Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas:
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."
Tratto dal blog di Beppe Grillo www.beppegrillo.it

lunedì 24 marzo 2008

Riuscirebbe al Cina a vietare il colore arancione?

Unisciti in difesa dei diritti umani in Cina

Invitiamo a sostenere il progetto «Colore Arancione» con cui mostrare al regime tota­li­tario cinese, durante i Giochi Olimpici nell’agosto 2008, che siamo in molti a rilevare la vio­­lazione dei diritti umani in quel paese.

L’idea del progetto è semplice e sottile. Attraverso l’uso del colore arancione, durante i Giochi Olimpici, in Cina e fuori dei suoi confini, richiamiamo l’attenzione che qualcosa di veramente criticabile avviene in Cina. Le occasioni sono innumerevoli: cappello aran­cione, contenitore della macchina fotografica, cravatta, carta, vestiario, borsa ecc. in arancione. Infatti, in particolari occasioni il semplice sbucciare un’arancia può farsi rimar­chevole allusione.

se ti va di diffondere l'iniziativa vai a:

http://www.thecolororange.net/uk/page63_it

domenica 9 marzo 2008

acqua gratis al ristorante?

In Francia, quando si entra al ristorante, ti mettono sul tavolo una brocca (la “carafe”) di acqua del rubinetto.
Sarebbe bello se anche in Italia le associazioni ambientaliste e i ristoratori si mettessero insieme per promuovere un bollino degli esercizi amici dell’acqua del rubinetto da apporre sulle porte dei ristoranti, sui menù, sul web e nelle guide. Una specie di marchio “slow food” dell’acqua con due obiettivi: riduzione dell’inquinamento e riduzione dei rifiuti.
Attenzione anche alle brocche di acqua filtrata che ti fanno pagare come se fosse minerale: no grazie, l’accettiamo (forese) solo se gratis, anche perchè potrebbe essere peggiore di quella del rubinetto: vai all'inchiesta di altroconsumo del 2004....

http://www.verdementa.org/archivio/2004_08_acqua_microfiltrata_ristoranti.pdf
Per maggiori informazioni sulla campagna:

http://www.imbrocchiamola.org/